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Era la notte di Natale del 1223 e a Greccio fu Presepe

  • Immagine del redattore: Francesca M. Pedullà
    Francesca M. Pedullà
  • 14 nov 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Era la notte di Natale del 1223 e a Greccio fu Presepe Tornato dalla Terra Santa, Francesco cercava in Italia un luogo che rimandasse alla grotta della Natività, a quel dantesco ospizio che potesse essere paragonato a Betlemme. Così il borgo alle pendici del Monte Lacerone sembrava adatto a divenire la culla della sua idea. Giunto dalla Palestina, il Santo di Assisi si diresse vicino a Rieti e recatosi al Castello di Messere Giovanni Velita, feudatario di Greccio, chiese al cavaliere di trovare una grotta dove portare un asinello ed un bue e di coinvolgere gli abitanti del luogo perché prendessero i panni dei pastori e dei contadini. Quella notte vennero accese le torce e la luce invase la grotta. Giovanni Velita ebbe una visione: Francesco aveva fra le braccia il bambinello con tanto di stigmate e dopo averlo stretto al petto, lo depose nella mangiatoria. È così che Giotto ad Assisi rappresentò quel momento di intimo scambio fra il Santo ed il Salvatore benedicente. Fra i molti miracoli di quella notte vi fu il potere curativo e salvifico della paglia della mangiatoia di Cristo che per diverso tempo curò le malattie degli animali e allontanò le pestilenze. A ricordo di San Francesco, da circa 30 anni, Greccio ogni Natale organizza sei scenografie che narrano dalla storia della realizzazione del Presepe dall'arrivo del santo nella città reatina alla Natività vera e propria.

Per godere questo spettacolo Greccio vi aspetta il 24 dicembre, alle ore 22, e – in replica – il 26 e 27 dicembre, il 3 il 5 e il 6 gennaio, alle 17.30. La nouvelle Betlemme è inoltre promotrice di un concorso internazionale di presepi: la Mostra-Concorso di Arte Presepiale.

 
 
 
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