Una nuova sorpresa di sapore rinascimentale emerge dalla Villa Farnesina alla Lungara: la Galleria d
L'ISCR ha di recente portato a termine il restauro della volta di una Galleria lunga 14 metri posta al piano nobile della Villa Farnesina alla Lungara.
Si tratta in un corridoio decorato a grottesche che fungeva da ambiente di disimpegno fra la Sala delle Prospettive e le camere private di Francesca Ordeaschi, moglie di Agostino Chigi e dei loro figli. La scoperta è importante perché completa la carta d’identità della Villa da sempre considerata un edificio esemplare sia sotto il profilo architettonico che decorativo, uno specchio di quella rinascita della classicità che permea di se ogni ambiente interno ed esterno dell’edificio Chigiano. Celebri sono infatti gli affreschi con le favole di Ovidio, di Apuleio e di Luciano che animano le volte e i fregi e i pergolati fruttiferi a sbalzo sul cielo turchino della Loggia di Psiche. La Villa riecheggia le atmosfere delle antiche dimore nobiliari romane, anche e soprattutto per la funzione di luogo di otium, di meditazione sul Bello assoluto suscitata dagli exempla dipinti con assoluta maestria da artisti della levatura di Baldassarre Peruzzi, Raffaello, Giovanni da Udine, Sodoma e Sebastiano del Piombo. La Loggia di Galatea, quella di Psiche, la Stanza del Fregio, la Sala delle Prospettive e la Stanza degli sposi non potevano che trovare il loro completamento con un corridoio dal soffitto decorato a grottesche, elemento iconografico attinente al contesto figurativo dell’intero complesso.
L’ambiente è caratterizzato da una volta lignea a tutto sesto con motivi a imitatio antiquitatis molto di moda nel Cinquecento, la cui fortuna era dovuta alla recente scoperta dagli affreschi della Domus Aurea. Dal momento della scoperta risalente al 1480 gli ambienti della Casa di
Nerone furono infatti oggetto di molte visite da parte di artisti quali Pinturicchio, Raffaello e Michelangelo che, calandosi con corde all’interno degli ambienti ormai sotterranei, trascorrevano giornate intere a copiare su taccuini i motivi decorativi detti a grottesca, in riferimento agli ambienti ipogei detti grotte, che ricoprivamo le pareti e le volte della sontuosa dimora imperiale. La decorazione a grottesca divenne quindi una vera moda artistica dopo che Raffaello tra il 1517 e il 1519 affrescò le Logge Vaticane.
Compiute con ogni probabilità dopo il 1518, le grottesche svolte sulla volta della Galleria della Farnesina combinano elementi tratti da un estroso repertorio figurativo fantastico con figurine esili che si fondono in decorazioni geometriche e naturalistiche su di uno sfondo bianco essenzialmente monocromo. Le figure sono molto colorate e danno origine a effetti geometrici e intrecci senza spazio che rimandano alle grottesche della Domus Aurea.
Il carattere originale e inusitato della volta è dato dal fatto che il soffitto della Galleria delle Grottesche simula una volta in muratura affrescata. Tale caratteristica della volta fa di questa opera un unicum, perché non sono presenti altri corridoi a volta lignea decorati con questa modalità. Come abbiamo già avuto modo di accennare si tratta di una pura imitazione dell’antico, di quegli esempi che possono solo competere con opere coeve come la Stufetta del Cardinal Bibbiena.
Una sorpresa dunque molto piacevole che andrà fra breve a completarsi con l’apertura di tre nuovi ambienti che ci hanno promesso di aprire entro il prossimo giugno. Noi non vediamo l’ora e vi aspettiamo per scoprire insieme un nuovo angolo della Roma rinascimentale.