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Narrando S. Maria in Trastevere al tempo di Innocenzo II

Fra le basiliche medievali a Roma, S. Maria in Trastevere è sicuramente una delle più rinomate.

Fondata a metà del IV secolo da Giulio I, la chiesa venne nuovamente edificata nel XII secolo e restaurata e ampliata nei secoli successivi. L’edificio ci accoglie sulla Piazza omonima con un fregio in mosaico del XII secolo raffigurate la Parabola delle Dieci Vergini(Mat. XXV, 1-13). Al centro della composizione campeggia la Theotokos (la Madonna con il bambino) affiancata dalle Vergini sagge che con le lampade si dispongono intorno a lei come ancelle obbedienti e fedeli a Cristo. Se osservate bene questa rappresentazione potete notare che le lampade non sono tutte accese e questo non per negligenza del compositore medievale, ma per un incauto restauro moderno.

La Parabola fa

riferimento alla leggenda della fondazione della basilica al di sopra della Fons Olei, una sorgente da cui nel 30 a.C. miracolosamente iniziò a sgorgare olio preannunciando la prossima venuta di Cristo come Unto del Signore. In primo piano, al di sopra del portico di Carlo Fontana e davanti al mosaico delle Vergini campeggiano le statue dei santi legati alla fondazione della basilica: s. Callisto, s. Calepodio, s. Cornelio e s. Giulio Attraversato il portico rivestito da iscrizioni provenienti dalle vicine catacombe cristiane e da plutei della chiesa di fase paleocristiana, entriamo nell’edificio e rimaniamo affascinati dall’armonia, dalla classicità e dalla decorazione della bella aula basilicale.

Le colonne di reimpiego provenienti dalle terme di Caracalla, dividono lo spazio secondo canoni classici, così che la navata centrale è il doppio delle laterali. La struttura è prevalentemente medievale e fra le opere di questo periodo emerge in tutto il suo splendore il mosaico absidale voluto da Innocenzo II nel 1138, a coronamento della basilica appena ultimata. Al centro della composizione è Cristo in trono e al suo fianco la Vergine Regina con una corona imperiale di gemme e perpendulia. Ai lati della coppia centrale sono disposti i santi e in particolare sono rappresentati Pietro, Lorenzo, Calepodio, Callisto e Innocenzo II con il modello della chiesa e il nimbo quartato dei viventi. Nel tema centrale Cristo tiene un libro in cui è riportato ”Vieni mia eletta e ti porrò sul mio trono’, la Vergine risponde ’leggera (la corona) sul mio capo e la sua destra mi abbraccia’. Si tratta di una Assunzione commentata dalle parole del Cantico dei Cantici, Canto biblico i cui versi sono riportati sui testi tenuti dalla coppia centrale.

In particolare in questa composizione la Regina Sponsa Christi è la Chiesa come anche riportato in molteplici testi medievali. La rappresentazione è notevole non solo per lo stile e la ricchezza dei materiali, ma soprattutto per il tema svolto, desueto in ambito romano. Per comprendere l’importanza della rappresentazione è necessario contestualizzare l’iconografia in seno allo scisma del 1130 che vide Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II in una lotta senza frontiere. Cacciato dalla opposta fazione capeggiata dai Pierleoni sostenitori di Anacleto II, papa Innocenzo II si era diretto in Germania prima e in Francia dopo, per cercare alleati che lo sostenessero contro il suo avversario. Fra questi un ruolo importante venne svolto da s. Bernardo di Chiaravalle che, a seguito di Innocenzo II, venne dalla abbazia madre nel sud della Francia a Roma per perorarne la causa. Fu probabilmente il fondatore dell’ordine di Citeaux che suggerì a Innocenzo II il tema da svolgere sull’abside della basilica di Trastevere. Si tratta di una iconografia particolarmente diffusa in Nord Europa e svolta in particolar modo sui portali delle cattedrali francesi.

L’Assunzione del catino della chiesa di Trastevere esalta il matrimonio fra Cristo e la sua Chiesa vilipesa da Anacleto II e nuovamente trionfante con il ritorno di Innocenzo II. Alla luce di quanto esposto Il tema del mosaico risulta storicamente interessante. Altro aspetto di non secondaria importanza è il luogo dove Innocenzo decise di costruire la basilica con cui celebrare la propria vittoria sul papa scismatico. Aver costruito l’edificio a Trastevere dove i Pierleoni sostenitori di Anacleto II avevano molteplici possedimenti, era da parte di Innocenzo II un atto deliberatamente inteso a punire gli avversari per la loro politica scellerata. Se si considera quanto esposto e si ritorna ad osservare il mosaico della facciata sorgono immediatamente nuove osservazioni. Alla luce di quanto riferito circa le vicende scismatiche del 1130, le Vergini Sagge non sono solo il simbolo della Fons Olei, ma anche e soprattutto della Ecclesia che, dopo il periodo scismatico di profonda crisi, ritrovò con Innocenzo II il suo Sponso perduto.

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