S. Maria Antiqua
Sembra ancora di sentirlo il fragore di quella frana che nel 847 sotterrò la bella chiesa palatina di S. Maria Antiqua, primo edificio romano del Foro trasformato in luogo di culto e voluto dalla corte bizantina stanziata presso i palazzi imperiali, dopo la vittoria sui Goti ottenuta a fatica nel 553. Nascosta e dimenticata per circa 1000 anni S. Maria Antiqua è riemersa durante gli scavi del 1900, rivelando uno straordinario repertorio figurativo, riflesso di una storia passata fatta di scismi, concili e alleanze. Il luogo da cui meglio si evince quanto travagliata sia stata la storia della Chiesa occidentale fra il VI e l'VIII secolo è la parete absidale. Qui gli affreschi sono in pessime condizioni e solo da qualche lacerto si può risalire alla composizione originale. Al centro della parete dell'arco absidale campeggiava Cristo in croce affiancato da cherubini e angeli in gloria. Al di sotto come nel Codice purpureo di Rossano, emergevano su sfondo rosso le belle lettere bianche che riportavano i passi biblici della Passione di Cristo, correlati al sacrificio ultimo del Salvatore. Ai piedi della croce era il popolo di Dio in adorazione del Signum Salutis, simboleggiando l'origine dell'Ecclesia.
Sul catino absidale, ancora oggi in parte riconoscibile, era la Traditio Legis, con il Salvatore colto nell'atto di benedire con la destra e di recare il Libro con la sinistra. Ai suoi lati erano gli Evangelisti con le teste alate. Alla destra di Cristo, la Vergine presentava Paolo I, descritto dall'iscrizione: Sanctissimus pp. romanus. Sui muri laterali infine erano raffigurati Papi e Padri della Chiesa. In particolare a sinistra erano Papa Giovanni VII, Papa Leone, S. Agostino e un Padre della Chiesa non identificato, mentre a destra erano papa Agatone e Papa Martino I a cui si affiancavano San Gregorio Nazianzeno e San Basilio. I quattro Padri della Chiesa comparivano nell'atto di tenere un rotulo in cui erano scritti brani tratti dai loro Commentari. Alla base della decorazione era infine l'iscrizione: sanctae Dei [genitrici] sem [pergue] virgini Mariae. Il primo elemento della composizione di straordinaria unicità è la Crocefissione, tema assolutamente inusuale nell'ambito dell'iconografia dell'Occidente altomedievale. A lungo infatti tale soggetto era stato evitato poiché la sua naturale associazione alle esecuzioni di criminali e di ladroni che avvenivano nel periodo imperiale, era poco adatta all'immagine di Gesù. Pochissimi sono infatti gli esempi di tale rappresentazione in Italia all'epoca di tale affresco. Come mai dunque questo tema è stato rappresentato a S. Maria Antiqua all'inizio dell'VIII secolo, in modo esclusivo rispetto al contesto di produzione? Per comprendere la questione va innanzitutto considerato il particolare periodo storico in cui a partire dal VII si susseguirono le vicende legate al conflitto fra la Chiesa di Occidente e quella di Oriente.
In particolare durante il Concilio del Trullo, svoltosi nel Palazzo Imperiale di Costantinopoli nel 692, venne redatto il canone 82 con cui il clero d'Oriente affiancato da Giustiniano II vietava la rappresentazione dell'Agnello con il nimbo crociato, simbolo di Cristo. L'ideatore dell'affresco di S. Maria Antiqua privato di tale raffigurazione generalmente associata alla Traditio Legis, traspose l'idea dell'Agnus Dei con quella del Crocefisso. La Chiesa che aveva rigettato alcuni dei canoni imposti in occasione del Concilio del 692, fu obbligata alla scelta iconografica di Cristo in croce, essendo S. Maria Antiqua una chiesa palatina, dunque legata alla corte imperial bizantina. A corroborare l'idea di una forte correlazione con le circostanze storiche sono anche le raffigurazioni dei Dottori della Chiesa con rotuli che riportano i brani dei Commentari citati negli atti del Concilio Laterano del 649 contro l'eresia Monotelita. Tuttavia Giovanni VII, committente dell'affresco non mancò di dimostrare il suo dissenso e si fece ritrarre insieme ai Papi Martino I, Segio I e Agatone, attivi nel VII secolo contro esarchi ed imperatori monoteliti. Soprattutto Agapito in occasione del VI sinodo, fra il 678 e il 681 era riuscito a far valere le idee della Chiesa di Roma su quelle dell'Imperatore e del clero della Chiesa di Oriente. L'affresco di S. Maria Antiqua si rivela dunque come un manifesto politico ben chiaro a cui seguirà l'allontanamento da Costantinopoli e la conseguente alleanza stipulata da Paolo I con i Franchi di Pipino il Breve, episodio che aprirà la Chiesa di Roma al più ampio panorama europeo.