La metamorfosi nell'arte: Escher al Chiostro del Bramante
- Francesca M. Pedullà
- 1 dic 2014
- Tempo di lettura: 1 min

Nel mondo di Escher tutto si trasforma in divenire e l'essere diventa domani e contemporaneamente ieri, in una rotazione vertiginosa di piani. La materia si snoda in molteplici forme e si intarsia come in un mosaico antico all'interno di matrici geometriche e plastiche. L'artista olandese, in mostra al chiostro del Bramante, fende così lo spazio librandosi all'interno di poliedri, come il gabbiano Jonathan che valicò il sensibile per entrare nell'intimo dell'anima. Nelle opere esposte riesce a intenerire i segmenti fino a dargli un'anima leggiadra, a dare il calore di una casa al quadrato e a far sorridere il triangolo. Ha trasformato il colore dell'Italia in un fuoco interno che ha riscaldato le asperità di piani impossibili, eppure rappresentabili.

Le sua opera rappresenta sempre il mondo nella sua integrità, in un insieme che allo stesso momento riesce ad essere uccello e pesce, terra, acqua e cielo, rami e radici, specchio esterno e voce interna, ingabbiate in una sfera il cui potere è nella mano dell'uno, l'individuo. E' per tale ragione che nel seguire tutti i risvolti della visione la sua produzione è umanamente intima e nel contempo sublime e universale. Questi giorni mi sono innamorata di un nuovo artista.
