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I Fasti ed i Calendari nell'antichità
- Francesca M. Pedullà
- 25 gen 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Il tempo e la sua computazione è parte della storia dell'uomo. Le stelle, i pianeti e la luna hanno per molto tempo guidato l'uomo nello spazio e definito i ritmi della vita fino a diventare oggetto prediletto di indagine. Chi riusciva nella misura del tempo aveva potere religioso in quando poteva predire il ciclo delle stagioni, leggere i fenomeni atmosferici e riconoscere il momento giusto della semina e del raccolto. Ecco perché il tempo era sacro e forse lo è anche oggi.

Anche Roma ha una sua antica tradizione in merito e per quanti volessero saperne di più a Palazzo Massimo è in corso una mostra intitolata "I Fasti e i Calendari nell'antichità". Il percorso si snoda attraverso dipinti, sculture e pannelli molto interessanti, utili a cogliere alcuni passaggi fondamentali dell'evoluzione del calendario romano dalla fondazione dell'Urbs ad Augusto. Il primo calendario voluto da Romolo era inizialmente composto da 10 mesi da Marzo a Dicembre; Numa Pompilio aggiunse 2 mesi e un mese detto intercalare ad anni alterni. Sin dall'VIII secolo a.C. per 400 anni, fino 304 a.C. il computo del tempo fu esclusiva prerogativa del Pontefice Massimo e dal III secolo divenne appannaggio comune al fine di rendere pubbliche le festività a cui i cittadini dovevano prendere parte. Le settimane composte da 8 giorni, designati dalle lettere, scandivano il ritmo dei mesi e degli anni. Nel 46 a.C., per ovviare alla discordanza fra calendario e tempo astronomico Cesare si rivolse ad un grande scienziato di Alessandria, Sosigene il quale attuò una riforma integrale del primitivo calendario romano eliminando il mese intercalare, aggiungendo 10 giorni ai mesi e soprattutto introducendo ogni 4 anni l'anno bisestile, con l'aggiunta di un giorno dopo il 24 febbraio.

Il termine bisestile trae origine dal fatto che il 25 febbraio era il 7 giorno aggiunto e per questo si chiamava bis sexto die, ossia sesto giorno ripetuto. Fra le novità più evidenti rispetto al passato è l'introduzione della Bilancia nell'ambito dei segni zodiacali. Probabilmente la comparsa della Libra è da mettere in relazione con la data di nascita di Augusto, avvenuta sotto questo segno il 23 settembre. Rispetto al passato la riforma augustea introdusse al fianco delle 45 ferie stative, i giorni per le celebrazioni religiose, un elemento fondamentale: le festività legate alla personalità del princeps. Al centro della mostra sono 4 pannelli dei Fasti Praenestini, quanto rimane di un calendario elaborato all'inizio del I secolo d.C. dal grammatico Verrio Flacco e redatto secondo i principi della riforma giuliana, con l'aggiunta dei Trionfi di Augusto e di Traiano. I soli mesi superstiti dei Fasti Prenestini sono Gennaio, Marzo Aprile e Dicembre, mentre relativamente agli altri mesi e alle loro festività siamo informati da altre opere in mostra come un rilievo con la raffigurazione del Tempio di Quirino. La festività legata a Quirino aveva luogo il 17 Marzo e era connessa alla ricostruzione dell'edificio ad opera dello stesso Augusto. Esemplificativi di quanto il culto imperiale si fosse imposto nel tempo è la nuova denominazione data al quinto e al sesto mese: Luglio, legato a Giulio Cesare e alla celebrazione delle sue feste e Agosto.
