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Roma a spasso con la guida

  • Immagine del redattore: Francesca M. Pedullà
    Francesca M. Pedullà
  • 11 mar 2015
  • Tempo di lettura: 3 min



E' di questi giorni il dibattito sul futuro delle guide turistiche di Roma e di Italia. Infatti la nostra categoria non riesce a vedere la fine di un tunnel legale che da anni, di mese in mese, la sta portando nell'abisso della deregolamentazione. La nostra professione da lavoro legato al territorio di appartenenza, si sta infatti trasformando in guida nazionale o comunitaria, perdendo l'animo che la animava originariamente. Molte, anzi moltissime di noi sono sul piede di guerra e la sola idea di perdere il lavoro per il quale abbiamo studiato, affrontato un'abilitazione e ci siamo impegnate con professionalità per anni, ci mette in stato di agitazione. In effetti sapere che da domani, senza forse, saremo invasi da guide residenti in paesi comunitari, che equivale dire equiparate a noi e che queste persone spiegheranno le nostre bellezze ci irrita. Inoltre, notare che poi queste stesse persone ritorneranno ai loro paesi e lì, probabilmente, pagheranno le tasse, ci urta i nervi oltre che il senso di appartenere ad uno stato che dovrebbe tutelare il nostro lavoro. Oltre al fatto che molte di noi perderanno il lavoro, l'ulteriore risultato di questo processo è che le bellezze che ci circondano saranno deturpate da ovvietà e nozioni e spogliate del loro fascino locale, sradicate dalla storia per diventare un qualsiasi pezzo da museo, da dimenticare appena un'altra attrazione colpirà il turista. E' la reale cronistoria di quello che succede spiegando come un manuale un qualsiasi tratto di strada o museo. Cosa sarà del patrimonio culturale che ci circonda? Insomma, perché la guida turistica può essere così importante per la tutela del Bel Paese? Per quanti visitano le città d'arte, avere una guida equivale avere una marcia in più. Intanto una guida turistica può rendere il percorso, qualsiasi esso sia, un gradevole connubio fra tradizione, storia e arte. Prendiamo ad esempio la tradizionale passeggiata al centro di Roma. Questo tour che comprende le Piazze monumentali e chiese barocche di Roma, può essere arricchito da note tradizionali.



Prendiamo ad esempio il Caffè Greco, che io amo moltissimo. Assaporare in questo antico locale romano le opere di Angelica Kauffmann, il ritratto di Buffalo Bill o la sala in stile dove sono i ritratti di chi per primo si incontrò in questi ambienti, può essere interessante per comprendere il fermento culturale della Roma della fine del Settecento e l'Ottocento, per non parlare di De Chirico ed artisti del Novecento che qui hanno consumato parte della loro esistenza ed esperienza professionale.


Nel percorso le strade parlano del passato ed ecco che improvvisamente si offre agli occhi l'arco degli Acetari, con la sua stupefacente teoria di casette da borgo antico. L'inaspettato resta scolpito nella memoria, come esperienza che scaturisce dallo stupore e dalla curiosità. La memoria si arricchisce grazie alle corrispondenze emotive che nel tempo si tradurranno in ricordo. Per me che sono una guida il complimento più bello è quello del visitatore che, non ancora appagato dall'esperienza, si augura di tornare presto. Quando questo avviene la stessa persona chiede di rivedere le stesse cose che, come in una serie di Monet, non sono mai uguali a se stesse, perché illuminate da una nuova e vibrante palette di emozioni. Per cogliere lo stato d'animo delle persone è necessario muoversi con destrezza fra i vicoli della città, e attraversare la storia come se fosse per la prima volta ogni giorno, perché domani è un altro racconto, con nuove persone e con una nuova luce. La guida come un'artista dipinge l'immagine della città, dando un'impronta unica a ciò che conosce profondamente e che solo lei può tradurre nella Grande Bellezza.

 
 
 
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