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Il Mausoleo di Sant’ Elena, la basilica e le Catacombe di San Marcellino e San Pietro

Il complesso del Mausoleo di S. Costanza e delle Catacombe di SS. Marcellino e Pietro costituisce una fra le più interessanti espressioni dell'arte tardo imperiale e paleocristiana.

Storia e origini

Il sito ha origine nel IV secolo sul territorio precedentemente di proprietà degli Equites Singulares, un corpo equestre istituito da Domiziano alla fine del I sec. d.C. e soppresso da Costantino dopo la Battaglia di Ponte Milvio in occasione della quale tale reparto si schierò dalla parte di Massenzio. Fu dopo il 313 dunque che sia la sepoltura dei santi con la relativa basilica, che il Mausoleo di S. Costanza vennero realizzati. I due edifici sono infatti strettamente collegati in quanto la sepoltura di Elena è collocata presso l'accesso della chiesa martiriale. Chi sono SS. Marcellino e Pietro e quali vicende li portò presso le catacombe sulla via Labicana? San Marcellino sacerdote e San Pietro esorcista furono due martiri cristiani chiamati a testimoniare la fede in Gesù Cristo durante la persecuzione di Diocleziano del 304 d.C. Durante la permanenza in carcere, grazie alla sua fede in Cristo che gli permetteva di mantenere la serenità, Pietro riuscì a convertire molti dei prigionieri al cristianesimo. Essendo un esorcista, non poteva però amministrare il battesimo, così intervenne in suo aiuto Marcellino, un sacerdote. Quest’ultimo sfidando la morte si recò in carcere e impartì il battesimo a tante persone. Entrambi, nuovamente accusati e costretti a rinunciare alla propria fede, vennero torturati e condannati a morte. Dopo la professione di fede vennero obbligati a scavare con le proprie mani la loro tomba e quindi furono decapitati presso una località conosciuta come Selva Nera, dopo la loro morte ribattezzata in Selva Candida, presso Via Cornelia. Grazie a Lucilla, una matrona romana, le salme dei due martiri vennero portate sulla Via Casilina, in località ad Duas Lauros. La memoria divenne ben presto un luogo di culto intorno al quale si snodarono le catacombe e il sito sopra il quale venne eretta una prima basilica martiriale dedicata ai due santi e il mausoleo di S. Elena.

La basilica circense di SS. Marcellino e Pietro


La chiesa è stata realizzata dell'imperatore Costantino il, quale dopo l'emanazione dell'editto di tolleranza nel 313, fu il maggiore committente delle principali basiliche paleocristiane. Come tutte le basiliche circensi, anche SS. Marcellino e Pietro era divisa da tre navate, da un colonnato che andava intorno alla chiesa. Sotto l’altare era la tomba dei martiri a cui si giungeva mediante un corridoio anulare, che aveva principio e usciva in prossimità delle navate laterali. Di questa basilica rimane ben poco poiché venne resa vulnerabile da alcune gallerie scavate nelle catacombe e in epoca altomedioevale andò progressivamente in rovina. Nel 1256 le reliquie dei martiri vennero traslate da Alessandro IV presso la nuova basilica di SS. Marcellino e Pietro a Monti. Una nuova chiesa venne ricostruita tra il 1632 e il 1638, sotto il pontificato di Urbano VIII. Infine l'edificio fu modificato e ampliatato da papa Clemente XIII nella metà del XVIII sec. e rinominata parrocchia.

Il Mausoleo di sant’ Elena




Il mausoleo di S. Elena è un meraviglioso esempio di Mausoleo imperiale associato ad una basilica cimiteriale. Secondo la leggenda la madre di Costantino si convertì insieme al figlio al cristianesimo e partì per la terra santa a cercare il legno della Vera Croce di Cristo. La sua morte improvvisa determinò la scelta di un edificio e di un sarcofago inizialmente non destinati a lei. Infatti il mausoleo era stato realizzato per l'imperatore Costantino come anche il sarcofago. Ma vediamo l'edificio. Il mausoleo è caratterizzato da una pianta circolare sormontata da un tamburo a sostegno di un'alta cupola. Come era avvenuto anche per il Pantheon, per alleggerire il peso della copertura vennero inserite nel calcestruzzo delle pignatte e per questo, dopo l'abbandono del luogo, l'edificio fu scambiato per torre e venne denominato Tor Pignattara.

Nulla rimane dell'originale decorazione che molto probabilmente era in mosaico, come il coevo mausoleo di S. Costanza, figlia di Costantino, sepolta lungo la via Nomentana in prossimità della basilica di S. Agnese. I due complessi, quello di S. Elena e di S. Costanza, hanno molti punti in comune. Essi sono caratterizzati dalla combinazione fra basilica circiforme e mausoleo e dalla presenza di un sarcofago in porfido rosso all'interno del monumento sepolcrale. Inoltre entrambi i sarcofagi sono conservati presso il Vaticano, nel museo Pio Clementino.

La scena raffigurata sul sarcofago di Sant’ Elena rappresenta scene di guerra e l'arresa dei prigionieri rappresentati in ginocchio ai piedi di cavalieri. Come già detto, il sarcofago è stato molto probabilmente scolpito per Costantino e per tale ragione il soggetto qui realizzato non ha alcun riferimento biografico con la vita di s. Elena. La sepoltura è in porfido rosso, un marmo di origine egizio, così raro che solo gli imperatori potevano permettersi il suo utilizzo. Come abbiamo già avuto modo di dire il mausoleo e la basilica sono strettamente legati alle Catacombe sottostanti. Le catacombe di san Marcellino e Pietro. Le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro si estendono per una superficie di 18.000 mq e hanno una profondità massima di 16 m. Le catacombe sono cimiteri sotterranei di origini pagane, situate fuori dalla cinta muraria e scavate nel tufo. Il tufo che caratterizza gran parte di Roma, dell’Italia e non solo, è un minerale friabile che, mantenuto umido, risulta facile alla lavorazione. I fossori, gli operai addetti allo scavo delle catacombe dell’epoca, si servivano di semplici piccozze e cofane per scavare nel tufo gli infiniti cunicoli sotterranei. Queste tombe erano comunemente usate dalle persone che non potevano permettersi una tomba all'aperto, molto costosa in epoca romana. Dopo la morte dei due martiri, molte persone volevano essere sepolte il più vicino possibile ai loro corpi perché si pensava che essere sepolti vicino ai martiri aiutasse ad arrivare con maggiore probabilità e più velocemente in Paradiso. Codeste catacombe sono caratterizzate da lunghi corridoi con loculi, arcosolii e cappelle decorate e dedicate alle famiglie più ricche. E' in questo sistema devozionale che va compresa la realizzazione del soprastante battistero di S. Elena.


Le catacombe di SS. Marcellino e Pietro sono rinomate anche per gli affreschi che le decorano dove troviamo soggetti tratti dal Nuovo Testamento come il Buon Pastore con gli agnelli, la Traditio Legis con Gesù che porge le chiavi a San Pietro e dal Vecchio Testamento come quello che fa riferimento al profeta Giona che gettato in mare venne mangiato da una balena, per poi uscirvi a simbolo della risurrezione. L'intero complesso, oggi parte del pellegrinaggio in occasione del Giubileo del 2016 dedicato alla Misericordia, è un importante esempio di come passato e presente convivano e continuino ad offrire spunti per la devozione e per l'approfondimento del Cristianesimo e delle sue molteplici espressioni. Dal punto di vista artistico rimane uno dei più raffinati scrigni di arte offrendo agli osservatori superbi affreschi molto ben conservati.

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