La pedonalizzazione del Tridente fra dibattiti e perplessità
La pedonalizzazione del Tridente fra dibattiti e perplessità
La giunta comunale guidata da Marino ha da pochi giorni dato avvio alla riqualificazione di Via del Babuino. Questo è il primo passo verso quel processo di pedonalizzazione del Tridente da lungo tempo vagheggiato, ma mai realmente messo in opera da alcun sindaco. Il progetto prevede aree pedonali, semipedonali, strade il cui parcheggio è riservato ai soli residenti ed infine zone di sosta breve per assecondare le esigenze degli alberghi e dei relativi turisti. La decisione di limitare l'accesso al Tridente nasce dall'esigenza di ridonare al centro di Roma il suo primigenio aspetto monumentale, liberando quest'area dal gravoso fardello del traffico che la rende malsicura, maleodorante e poco praticabile. In effetti negli ultimi anni passeggiare per le vie del centro della capitale ha perso il suo originario fascino, un po' per via del ricambio generazionale dei negozi e un po' anche per il passaggio di mezzi non sempre rispettosi dei pedoni e dei ritmi più dilatati di coloro che qui arrivano per godere della bellezza. Insomma, lo slogan sembra essere "Ridoniamo dignità al centro di Roma e apriamo l'area alla piena godibilità, liberandola dal caos dei motori". Ridonare dignità a quest'area è sicuramente il modo migliore per farla vivere anche ai turisti. Come sarebbe bello camminare al centro di Via dei Condotti per godere pienamente della sorprendente prospettiva offerta da Trinità dei Monti e dalle relative scale e poter fermarsi senza preoccupazione davanti all'ambasciata di Spagna, senza temere di essere investiti dalle macchine di passaggio. Via di Ripetta, libera dal continuo viavai di mezzi, sarebbe più fruibile e, all'occhio attento del visitatore, sarebbe più facile poter soffermarsi sulle targhe delle strade per scoprire che a Via Canova c'era l'atelier del noto artista di Possagno. Il Mausoleo di Augusto quindi non scomparirebbe come oggi avviene, in un giro di volante, ma apparirebbe interamente avvolto dall'affascinante storia del primo imperatore di Roma, insieme alla meridiana e all'Ara Pacis. Infine come deplorare l'idea di sentirsi come i personaggi di Dumas, liberi da meccanismi e rumori infernali, tutti protesi al pieno godimento della città Eterna? Dieci e lode dunque all'iniziativa di riqualifica. Ma se per alcuni aspetti il progetto è ineccepibile, per altri sorgono alcune perplessità. Una prima domanda viene spontanea: come mai parlando di riqualificazione si portano via i sampietrini che sono uno dei simboli più popolari di Roma. La statua del Babuino ieri ha pianto vedendo le ruspe portare via tonnellate di cubetti di selce, meticolosamente messi a formare la pavimentazione del centro città dal XVII secolo in poi. Distruggere la pavimentazione con i sampietrini vuole dire cancellare parte della nostra storia passata. Caro Ignazio, veramente pensa di risolvere il problema della carenza di maestranze con la distruzione di parte della città? Insomma cosa costerebbe istruire degli operai che allettino correttamente i sampietrini e dare anche a loro il compito del revival del centro?