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Il Bambinello dell'Ara Coeli a Roma


Negli ultimi anni a Roma il Natale e l’Epifania non sono più quelli di una volta. Infatti non si vede più un importante protagonista di queste cerimonie: il Bambinello dell’Ara Coeli che sfilava in precessione ogni 6 Gennaio compiendo miracoli fra la folla giubilante. La bellissima statuetta è stata trafugata il 2 febbraio del 1994 della chiesa capitolina e da allora se ne sono perse le tracce.

Per i romanacci de Roma questa è una grave perdita, perché per molti secoli l'intera cittadinanza ha venerato e tenuto in particolare considerazione il Bambinello e ancora oggi non si capacita di come qualcuno abbia potuto meditare e quindi compiere tale nefandezza che ha attaccato il cuore della tradizione e della fede degli abitanti della Città Eterna.

Ma qual è la storia di questa veneratissima immagine di Gesù bambino?

La statua che risale al 1400, è avvolta da una leggenda molto antica ed è ammantata da un'aurea di magia plurisecolare. La tradizione racconta che in visita a Gerusalemme un monaco francescano si fermò in meditazione presso l'orto dei Getsemani e che utilizzando un ramo di ulivo iniziò a forgiare una rappresentazione del Bambinello. Con il sopraggiungere della notte, non avendo portato a termine la sua opera, colto dalla stanchezza il frate iniziò a pregare affinché una mano angelica completasse in pittura la finitura della sua statua. Il giorno seguente l'opera era compiuta, decorata e vestita di meravigliosi panni tempestati di oro e di gemme. Si compì così il primo miracolo che ci induce ad annoverare tale rappresentazione fra le acheropite di Cristo, ossia fra le rappresentazioni non compiute da mano umana.

Durante il tragitto in mare verso l’Italia, a causa di una tempesta, la cassa con la statua cadde fra i flutti e fu ritrovata in prossimità delle coste di Livorno e quindi trasportata a Roma e collocata nell'Ara Coeli. La chiesa capitolina era particolarmente indicata per riporre il Bambinello poiché secondo la tradizione era stata eretta nel Medioevo sul luogo dove precedentemente Augusto aveva avuto la visione della Vergine con il Figlio in atto di annunciare l'arrivo di Cristo. Il potere taumaturgico della statua si palesò quasi immediatamente e molte persone furono da essa risanate, se non addirittura riportate alla vita. Dal XVIII secolo gli infermi, le donne e i bambini salivano le scale della chiesa per chiedere fertilità, salvezza e protezione, richiamando così l’antica tradizione della Cappella dei Santi Anargyroi a S. Maria Antiqua al Foro Romano. Nella vecchia basilica forense i malati infatti si stendevano davanti alle immagini taumaturgiche dei Santi Medici per essere risanati. Per questa valenza di straordinario potere salvifico il Bambinello venne sottratto varie volte alla basilica dell’Ara Coeli, ma ritornò nella sua sede per continuare ad operare i suoi miracoli ai bisognosi. A tal proposito celebre è il furto compiuto nel 1647 da parte di una donna per poter godere della sua protezione in forma esclusiva.

Insomma tale era la venerazione del Pupo e la sua preziosità che lo stesso Belli ebbe a dire manco era accussì infasciato er fio de Napujone piccinino.

Eppure, a volte neanche la protezione della cittadinanza tutta è sufficiente a proteggere un’icona che per secoli ha salvato i romani da tante sofferenze e l’ultimo furto è risultato fatale. Oggi sul luogo dove anticamente era riposto il Bambinello c’è una copia, un’immagine senza anima di una icona veneratissima che speriamo ritorni presto a benedirci e a offrire i suoi miracoli nei freddi giorni di Natale e dell’Epifania.


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